Rosario Pinto

Sensibilità  artmatica di Letizia Caiazzo

E' recentissima l'inaugurazione della mostra di opere di Letizia Caiazzo presso lo spazio espositivo di "Marianiello" a Piano di Sorrento. 
L'artista, attenta ai linguaggi informatici, propone gli esiti della sua personalissima produzione creativa che si muove con le tecniche digitali, ma senza disdegnare il contatto con la realtà delle cose sulle quali ella, anzi, riesce a condurre un'indagine appassionata e insinuante.

La mostra di quest'artista ci offre l'opportunità di soffermarci sui nuovi linguaggi espressivi della logica computeristica, se si vuole, su quale pannello elettronico che ha sostituito (anche se non del tutto) il tradizionale pennello di setole. 
Quale è il portato innovativo che questo nuovo "medium" introduce?

Questa è la domanda su sui la critica d'arte oggi ha preso a dibattere, interrogandosi "se" e "fino a qual punto" questo strumento abbia già potuto (o possa, in futuro) capovolgere radicalmente il modo stesso di intendere e di praticare la dimensione creatività. Lo stesso tentativo di fornire una definizione per l'arte prodotta con lo strumento del computer, non a caso, non ha ancora trovato un suo sbocco definito.

Noi stessi, già da più di un decennio, ormai, nel contesto di qualche intervento di saggistica, abbiamo suggerito il termine di "artmatica" che contiene in sè gli elementi costitutivi di questa nuova dimensione produttiva: lo spirito artistico, lo strumento informatico. 

ovviamente, una parola può definire, magari spiegare, ma non può essere rivelativa delle ragioni profonde di un fare, di una prassi che ha bisogno di esplicitare le sue ragioni -come dicevano gli antichi- "per tabulas". Con tale impostazione, evidentemente, lasciamo ben intendere il nostro orientamento di pensiero: l'arte, cioè, al di là degli strumenti che vengono adoperati (e di volta in volta innovativamente introdotti), non cessa d'essere esplicazione del sentire umano, delle vibrazioni delle corde dell'animo. Ciò giustifica, peraltro, anche il privilegiamento della dimensione contenutistica che, anche nel contesto "artmatico", deve costituire, a nostro parere, il discrimine e la soglia del giudizio. 

Ci convincono, perciò, le cose  di Letizia Caiazzo  che, silenziosamente, ma con grande cura, adoperando lo strumento elettronico, costruisce  una dimensione  "artmatica" che si distingue per la pregnanza contenutistica e per l'accurata preziosità della forma che integra elementi di prelievo diretto dalla realtà fanomenica con il portato d'una riflessione meditata e profonda sulla vita e sulla storia. 

Dal "Quotidiano Roma- sezione cultura"
21 gennaio 2010
Rosario Pinto 
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