Velo

Velo
70 x 52 cm

Testimonianza sull’opera “Velo” di Letizia Caiazzo

L’opera si lascia apprezzare innanzitutto per la briosità luministica e per la fitta rete di segni che decorano la composizione. Questa, pur essendo aniconica, ovvero astratta, possiede una ragguardevole pregnanza formale che induce a ritenere l’artista apologeta dei valori estetici, disattesi ad esempio in tanti suoi colleghi che praticano la cosiddetta pittura materica informale. Certo non c’è nell’opera alcun riferimento alla realtà esterna, alle visioni naturalistiche che spesso sono oggetto della sua Computer Art, eppure i valori formali sembrano essere a fondamento dell’opera, grazie soprattutto all’andamento curvilineo del segno che solca in modo trasversale la struttura, dando così un’imprimitura razionale quasi di sapore geometrico.
A questo interessante ideale di identità, direi classica, va aggiunta una eccellente prospettiva dinamica e spaziale, sicché non è fuori luogo parlare di composizione astrale fortemente condizionata dai riverberi di una luce cosmica sulle superfici levigate, ancorché, come detto, solcate da splendida dovizia di segni ancestrali pieni di fascino e di enigma.

Leo Strozzieri 
(critico e storico dell’arte)
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